A Pasqua una volta "s´incignava"...
16-04-2014 15:00 - News Generiche
Una cinquantina d´anni fa, noi, allora bimbetti, con la primavera s´aspettava l´arrivo della Pasqua. Non tanto per l´aspetto religioso, che pure aveva la sua importanza, quanto perché si pensava che ci fosse, con il cambio dei "panni" pesanti portati tutto l´inverno, la possibilità di "incignare" qualcosa. Esempio, le scarpe ormai troppo strette perché nel frattempo i piedi c´erano cresciuti dentro, la camicia bianca della festa con le stecchine di plastica nel colletto (o solino) perché non prendesse brutte pieghe all´insù, una giacchettina comprata dalla Ciarda che dopo il mercato vendeva ai paesani nel fondo attiguo a casa sua in Via delle Quadrelle. Che contentezza poter "incignare" qualcosa con la nuova stagione. I nostri vecchi per l´occasione avevano coniato anche il famoso proverbio "A Marzo chi ha piede vada scalzo" che rafforzava, semmai ce ne fosse stato bisogno,lo stato di povertà delle famiglie. E chi aveva un fratello o un cugino più grandicello aveva meno probabilità di sfoggiare l´incignatura, visto che di solito gli venivano rivogati i vestiti diventati per loro troppo stretti. Per gli ultimi insomma toppe al culo e via...andare! Si raccontava, a quei tempi, che per Pasqua un contadino dipendente della fattoria Orsini-Baroni osò incignare un paio di pantaloni di fustagno senza aver chiesto il permesso al padrone che appresa la notizia intimò al povero malcapitato di buttarsi per terra nella polvere per sporcare e sciupare i pantaloni nuovi. Poi con il boom economico degli anni ´60 a Pasqua le tavole erano meglio imbandite e i ragazzi più fortunati potevano rompere l´uovo di cioccolato con il tittirillò incorporato che equivaleva a una più o meno gradita sorpresa: un portachiavi, un soldatino, un anellino da du´bicci, ecc. Io penso che abbiamo avuto una grandissima fortuna ad aver vissuto quel periodo e oggi possiamo vantarci di essere stata l´ultima generazione che ha fatto il bagno nel Fosso e poi in Arno vicino al ponte di San Giovanni. Pensiamo di essere stati fortunati per non aver vissuto la grande guerra anche se ne abbiamo patito le conseguenze. Sono passate parecchie primavere da quei magici tempi della Processione del Venerdì Santo che spesso, in fondo al corteo, si scambiava per la scampagnata che si fece al povero Bertini e alla Celide "novelli sposi". Infine la Messa la domenica di Pasqua era una buona occasione per sfoggiare i nuovi acquisti (Abitualmente le scarpe bianche venivano incignate con la prova della "treppiatura" da parte dei ragazzi più grandi). Non si può dimenticare come era bello il nostro paese, chiavi lasciate fuori nella toppa della porta di casa, il passaggio da tutti contadini a tutti operai, la passeggiata che dal ponte sul fosso facevano i ragazzi e le ragazze fino al distributore dello Shell gestito allora dalla famiglia del Becuzzi, con la speranza di incrociare lo sguardo della ragazza che ti piaceva. Su questo argomento disegnò un bel quadretto Giancarlo del Barletti alla serata dedicata a 40 anni dal ´68. Prima della Terrazza lo "stradone" costituiva l´occasione per socializzare tra i ragazzi e le ragazze del paese. E chi si dimentica le bellezze in passerella e i chilometri a piedi la domenica pomeriggio andata e ritorno dal centro del paese allo Shell ? Poi arrivava il 25 Aprile e il 1° Maggio. Che meraviglia ! I ragazzi più fortunati avevano la bicicletta e si potevano spostare più facilmente e raggiungere mete come la Curigliana che i più raggiungevamo a piedi. Decine di ragazze e ragazzi partivano da Fornacette alla volta dei prati passando da Badia, sulla vecchia strada polverosa e tortuosa di Gello. Chi portava merenda, chi il pallone e chi pensava, tra i ragazzi più grandicelli, di poter rimediare qualche bacio sull´erba. Dopo la Curigliana, le mete preferite erano la Torretta di Caprona e il Castellare fino alla chiesina. Poi arrivarono i primi Ciao e Vespini della Piaggio e da lì nacquero le nostre più belle e a volte anche buffe spedizioni nei paesi vicini. Certo se uno si mette a riflettere sul mondo di oggi sembrano passati mill´anni...Buona Pasqua a tutti...
mauro pardini
Fonte: cdg
mauro pardini
Fonte: cdg