TRIBUTO A PIERLUIGI PIERUCCETTI
15-02-2014 14:34 - News Generiche
PIERLUIGI DELLA MAESTRA
di Gabriele Orsini
Il Pieruccetti, come tutti lo chiamavano a Fornacette, fa parte della storia del nostro paese e c´è da meravigliarsi che il gruppo, peraltro simpatico, che ha lanciato su Facebook " sei di fornacette se ...."non l´ha ancora annoverato fra i " must " da conoscere. Ma si sa, loro sono digitalizzati e noi , quelli veri delle Fornacette, i Fornacellesi , siamo un prodotto del primo dopoguerra, quando già una penna "Bic" sembrò una rivoluzione, per noi abituati al calamaio e al pennino. Pierluigi era per noi più piccini un mito anche perché l´avevamo avuto come maestro ai tempi in cui a scuola c´erano ancora i maestri uomini. C´era tutta la classe in agitazione quando ci toccò il Pieruccetti, supplente, insieme ad un´altra classe dove i ragazzi più grandi lo conoscevano meglio e gli davano del tu, anche perché era un amico di famiglia di tanti di loro di razza comunista, come Rodolfo, che era figliolo di Manolo, mentre noi della razza del prete non lo si frequentava. La storia si seppe dopo, quando emigrato a Milano, veniva a Fornacette ogni tanto a far visita alla famiglia, ai suoi tre fratelli e alla sorella Maria Rosa, la bella sorella, che poi diventò anche lei maestra come da tradizione di famiglia e poi professoressa di ginnastica, corteggiata da tutto il piano ma che si involò con un viareggino . Pierluigi era comunista e se per Fornacette non era certo uno scandalo, lo era per la sua famiglia religiosissima e per di più democristiana e a quei tempi esisteva il bianco e il nero o meglio il bianco e il rosso e non c´erano sfumature. Pierluigi era un ribelle e così si allontanò dalla famiglia sempre aiutato dai compagni di Fornacette che si ritrovavano un intellettuale organico alla Gramsci che faceva pendant con l´altro "dottore", il Guidi , Divo , il grande impresario comunista che incantava le folle e anche qualcun´altra, facendo di Fornacette la piccola Russia della provincia , fama che gli è rimasta per tanto tempo anche perché ha dato tanti dirigenti al partito fino ad arrivare all´ultimo prodotto , il "Mucchino" della storica famiglia della Vacca del Ponterto, Ivan Ferrucci.
Si raccontava che Pierluigi, come tutti gli intellettuali di sinistra di quei tempi, non doveva limitarsi a scrivere discorsi o a redigere i giornali murali come il famoso " Stella Rossa " diretto da James Andreotti o ad arringare le folle ma dovevano partecipare alle battaglie operaie che sempre a quei tempi finivano in duri scontri. Pierluigi partecipava attivamente alla lotta politica e per lo scioperone della Piaggio, anni 50, mentre il partito esonerava il Ghiara, primo sindaco del paese, da scioperare perché era un capetto, lo stesso partito braccava ferocemente i crumiri e in uno di questi agguati notturni sullo stradone per impedire a chi di paese, pochi in verità, volevano andare a lavorare, Pierluigi si ritrovò nel buio, a tonfare il babbo che a lavorare tentava di andarci.
Poi Pierluigi emigrò in cerca di fortuna a Milano, capitale di tanti intellettuali di provincia, come il maestro di Vigevano, e lui, maestro di Fornacette, trovò lavoro in una casa editrice e si sposò una affascinante e per noi un po´ distaccata milanese con la quale poi si divorziò ma che Fornacette non l´ha mai amata .
Fornacette invece pendeva dalle labbra del Pieruccetti, quando tornava in paese ed era una gara ad averlo proprio ospite anche se lui era fisso, come ai vecchi tempi, da Lido del Ferrucci o da Manolo o da Svero del Baggiani e poi al "grubbe" a raccontare di Milano e dell´intellighenzia comunista del nord. Ma il clou era quando c´erano le corse in pista , dove ora ci vogliono fare tre palazzoni senza che nessuno o quasi si sia opposto, salvo Callare e Gabri, anche forse in ricordo di quei tempi che i "digitali" non hanno vissuto e quindi non possono sentire come storia loro . Allora Manolo il microfono lo dava al Pieruccetti, era lui lo speaker ufficiale, magari non conosceva nemmeno i corridori, Acciaino, Mammarella, Elio fatti vedere, ma era il Pieruccetti e diventava più ieratico di don Giovanni Gherardi , il prete di quei tempi che soffriva a vedere il figliolo della maestra passato ai comunisti.
Poi le vicende della vita, il divorzio, la famiglia, l´età, la pensione, lo riportarono in Toscana nei luoghi di famiglia, a Gombitelli in Garfagnana , dove anche Manolo portava Riccardino a prendere aria bona perché "un cresceva" e dove tutti i Fornacellesi della corte di Manolo andavano a fare le poche giornate di ferie che a quei tempi si potevano permettere. E quindi ritornava in paese più spesso a ritrovare le vecchie glorie anche se ormai i tempi erano cambiati e tutti erano invecchiati con lui. Ma la passione per le tradizioni non era passata, anzi insieme all´amore per il cinema che lo portava spesso a Pisa, era maturata anche la passione per raccontare le storie del suo paese e del pisano e a comporre sonetti ma soprattutto a poetare in vernacolo. Fu così che decidemmo con i vecchi amici e col Comune che aveva come sindaco Francesco Petroni, il Fiaccino della vecchia guardia comunista, fedelissimo di Manolo e quindi del Pieruccetti, di interessare un altro grande vecchio del partito e della Fornacette del dopo guerra, James Andreotti che era diventato presidente della Banca di Fornacette, per pubblicare i suoi scritti a gloria sua e anche della sua patria fornacellese. L´incontro si svolse da Janett, a Marina, dove James era "tornato" e anche se io e il Nardini rimanemmo delusi per l´accoglienza un po´ freddina, anche perché ognuno si dovette pagare il suo, la pubblicazione si fece finanziata da Banca e Comune, grazie anche a Mauro del Pardini che diventò il nuovo manager del Pieruccetti che conosceva per i discorso sentiti in casa da bimbo che lo avevano mitizzato.
Tante volte poi l´abbiamo visto e ascoltato con le compagnie dei vernacolisti pisani di cui era diventato un riferimento fisso e che ancora, come tutti noi fornacellesi, lo piangono a tanti anni dalla sua scomparsa. Ma a Gombitelli, dove riposa con la sua famiglia ora pacificata e insieme ai suoi sonetti vernacoli, il Pieruccetti sentirà sempre il magico fruscio delle ruote dei corridori della sua pista, rivedrà i surplace in curva e tutti noi fornacellesi che gli abbiamo voluto bene, risentiremo la sua mitica voce di speaker che annuncia "alla partenza per l´inseguimento a squadre Van Vliet e Gaiardoni con Harris e Sacchi ...." con Manolo e Fedone che reggono le bici dei corridori alla partenza e il commissario tecnico Costa a dare il via .
Altri tempi. Pierluigi della maestra Carmina , altri tempi quando noi di Fornacette s´era ancora pochi, senza l´acqua in casa, col gabinetto fuori, coi campi che volevano dire campo senza pensare ai collegamenti web : ma ci legava l´appartenenza all´idea di cambiare il mondo, magari senza tutta questa tecnologia, tutte queste macchine , tutti questi palazzoni, un mondo senza ricchi e poveri un nuovo mondo equo e solidale ma non ci siamo ancora riusciti. Ci riusciranno quelli di "sei di Fornacette se ..." ?
Gabriele Orsini
Fonte: gdg
di Gabriele Orsini
Il Pieruccetti, come tutti lo chiamavano a Fornacette, fa parte della storia del nostro paese e c´è da meravigliarsi che il gruppo, peraltro simpatico, che ha lanciato su Facebook " sei di fornacette se ...."non l´ha ancora annoverato fra i " must " da conoscere. Ma si sa, loro sono digitalizzati e noi , quelli veri delle Fornacette, i Fornacellesi , siamo un prodotto del primo dopoguerra, quando già una penna "Bic" sembrò una rivoluzione, per noi abituati al calamaio e al pennino. Pierluigi era per noi più piccini un mito anche perché l´avevamo avuto come maestro ai tempi in cui a scuola c´erano ancora i maestri uomini. C´era tutta la classe in agitazione quando ci toccò il Pieruccetti, supplente, insieme ad un´altra classe dove i ragazzi più grandi lo conoscevano meglio e gli davano del tu, anche perché era un amico di famiglia di tanti di loro di razza comunista, come Rodolfo, che era figliolo di Manolo, mentre noi della razza del prete non lo si frequentava. La storia si seppe dopo, quando emigrato a Milano, veniva a Fornacette ogni tanto a far visita alla famiglia, ai suoi tre fratelli e alla sorella Maria Rosa, la bella sorella, che poi diventò anche lei maestra come da tradizione di famiglia e poi professoressa di ginnastica, corteggiata da tutto il piano ma che si involò con un viareggino . Pierluigi era comunista e se per Fornacette non era certo uno scandalo, lo era per la sua famiglia religiosissima e per di più democristiana e a quei tempi esisteva il bianco e il nero o meglio il bianco e il rosso e non c´erano sfumature. Pierluigi era un ribelle e così si allontanò dalla famiglia sempre aiutato dai compagni di Fornacette che si ritrovavano un intellettuale organico alla Gramsci che faceva pendant con l´altro "dottore", il Guidi , Divo , il grande impresario comunista che incantava le folle e anche qualcun´altra, facendo di Fornacette la piccola Russia della provincia , fama che gli è rimasta per tanto tempo anche perché ha dato tanti dirigenti al partito fino ad arrivare all´ultimo prodotto , il "Mucchino" della storica famiglia della Vacca del Ponterto, Ivan Ferrucci.
Si raccontava che Pierluigi, come tutti gli intellettuali di sinistra di quei tempi, non doveva limitarsi a scrivere discorsi o a redigere i giornali murali come il famoso " Stella Rossa " diretto da James Andreotti o ad arringare le folle ma dovevano partecipare alle battaglie operaie che sempre a quei tempi finivano in duri scontri. Pierluigi partecipava attivamente alla lotta politica e per lo scioperone della Piaggio, anni 50, mentre il partito esonerava il Ghiara, primo sindaco del paese, da scioperare perché era un capetto, lo stesso partito braccava ferocemente i crumiri e in uno di questi agguati notturni sullo stradone per impedire a chi di paese, pochi in verità, volevano andare a lavorare, Pierluigi si ritrovò nel buio, a tonfare il babbo che a lavorare tentava di andarci.
Poi Pierluigi emigrò in cerca di fortuna a Milano, capitale di tanti intellettuali di provincia, come il maestro di Vigevano, e lui, maestro di Fornacette, trovò lavoro in una casa editrice e si sposò una affascinante e per noi un po´ distaccata milanese con la quale poi si divorziò ma che Fornacette non l´ha mai amata .
Fornacette invece pendeva dalle labbra del Pieruccetti, quando tornava in paese ed era una gara ad averlo proprio ospite anche se lui era fisso, come ai vecchi tempi, da Lido del Ferrucci o da Manolo o da Svero del Baggiani e poi al "grubbe" a raccontare di Milano e dell´intellighenzia comunista del nord. Ma il clou era quando c´erano le corse in pista , dove ora ci vogliono fare tre palazzoni senza che nessuno o quasi si sia opposto, salvo Callare e Gabri, anche forse in ricordo di quei tempi che i "digitali" non hanno vissuto e quindi non possono sentire come storia loro . Allora Manolo il microfono lo dava al Pieruccetti, era lui lo speaker ufficiale, magari non conosceva nemmeno i corridori, Acciaino, Mammarella, Elio fatti vedere, ma era il Pieruccetti e diventava più ieratico di don Giovanni Gherardi , il prete di quei tempi che soffriva a vedere il figliolo della maestra passato ai comunisti.
Poi le vicende della vita, il divorzio, la famiglia, l´età, la pensione, lo riportarono in Toscana nei luoghi di famiglia, a Gombitelli in Garfagnana , dove anche Manolo portava Riccardino a prendere aria bona perché "un cresceva" e dove tutti i Fornacellesi della corte di Manolo andavano a fare le poche giornate di ferie che a quei tempi si potevano permettere. E quindi ritornava in paese più spesso a ritrovare le vecchie glorie anche se ormai i tempi erano cambiati e tutti erano invecchiati con lui. Ma la passione per le tradizioni non era passata, anzi insieme all´amore per il cinema che lo portava spesso a Pisa, era maturata anche la passione per raccontare le storie del suo paese e del pisano e a comporre sonetti ma soprattutto a poetare in vernacolo. Fu così che decidemmo con i vecchi amici e col Comune che aveva come sindaco Francesco Petroni, il Fiaccino della vecchia guardia comunista, fedelissimo di Manolo e quindi del Pieruccetti, di interessare un altro grande vecchio del partito e della Fornacette del dopo guerra, James Andreotti che era diventato presidente della Banca di Fornacette, per pubblicare i suoi scritti a gloria sua e anche della sua patria fornacellese. L´incontro si svolse da Janett, a Marina, dove James era "tornato" e anche se io e il Nardini rimanemmo delusi per l´accoglienza un po´ freddina, anche perché ognuno si dovette pagare il suo, la pubblicazione si fece finanziata da Banca e Comune, grazie anche a Mauro del Pardini che diventò il nuovo manager del Pieruccetti che conosceva per i discorso sentiti in casa da bimbo che lo avevano mitizzato.
Tante volte poi l´abbiamo visto e ascoltato con le compagnie dei vernacolisti pisani di cui era diventato un riferimento fisso e che ancora, come tutti noi fornacellesi, lo piangono a tanti anni dalla sua scomparsa. Ma a Gombitelli, dove riposa con la sua famiglia ora pacificata e insieme ai suoi sonetti vernacoli, il Pieruccetti sentirà sempre il magico fruscio delle ruote dei corridori della sua pista, rivedrà i surplace in curva e tutti noi fornacellesi che gli abbiamo voluto bene, risentiremo la sua mitica voce di speaker che annuncia "alla partenza per l´inseguimento a squadre Van Vliet e Gaiardoni con Harris e Sacchi ...." con Manolo e Fedone che reggono le bici dei corridori alla partenza e il commissario tecnico Costa a dare il via .
Altri tempi. Pierluigi della maestra Carmina , altri tempi quando noi di Fornacette s´era ancora pochi, senza l´acqua in casa, col gabinetto fuori, coi campi che volevano dire campo senza pensare ai collegamenti web : ma ci legava l´appartenenza all´idea di cambiare il mondo, magari senza tutta questa tecnologia, tutte queste macchine , tutti questi palazzoni, un mondo senza ricchi e poveri un nuovo mondo equo e solidale ma non ci siamo ancora riusciti. Ci riusciranno quelli di "sei di Fornacette se ..." ?
Gabriele Orsini
Fonte: gdg