16 Gennaio 2025
che c´è di nuovo

40° ANNIVERSARIO DEL ´68

03-03-2008 - News Generiche
2008: 40° ANNIVERSARIO DEL ´68
Festa degli Anni ´60
Nuovo Bar Sport
Fornacette 14 Marzo 2008

Programma

Ore 20
cena in piedi

ore 21
Sala degli Archi di Valdemaro

Duke of burlington - 30 60 90
Sigla di apertura
Breve presentazione dell´iniziativa e dei testimoni

1^ Testimonianza
Elino Carlotti
tromba del complesso Luana e gli Harlem
La musica degli anni ´60

Musica immortale

- Black Sabbah - Iron man
- Spencer Davis Group - Gimme Some
Lovin´
- Otis Redding (Sittin´ on) the dock of
the bay
- The Kinks - you really got me
- Rolling Stones - Satisfaction

2^ Testimonianza
"Spalla" Aldo Del Carratore
Le esilaranti avventure dei " Ballerini Puntatori"

Le cover dei
complessi Italiani


- Per niente al mondo - Chriss & The
Stroke
- Per vivere insieme - Quelli
- Bang Bang - Equipe 84
- La fiera del perdono - I Califfi
- Chi mi aiuterà - I Ribelli
- Senza Luce - Dik Dik

3^ Testimonianza
Giancarlo Barletti

Fornacette e il ´68

La grande musica

- Hei Jo´ - Jimy Endrix
- the long and winding road - The
Beatles
- Apache - The Shadows
- Whole lotta love - Led Zeppelin
- My Sweet Lord - George Harrison

4^ Testimonianza
"Il Bitto" Alberto Valentini

Donne e motori

- La luce dell´est - Lucio Battisti
- Ho scritto t´amo sulla sabbia - Franco I
e Franco IV
- Lisa dagli occhi blu - Mario Tessuto
- Questo piccolo grande amore - Claudio Baglioni -
- La casa del sole - Los Marcellos Ferial

5^ Testimonianza
"Tagliavento" Massimo Pardossi

I tempi del Conte Claro

La Musica che non finisce mai

- Keep On Running - Spencer Davis
Group
- Samba Pati - Santana
- Yellow River - Credence Clerwater
rewiwail
- I´am a men - Chicago
- Jetro Tull - Aqualung
- Waiting for the Sun - The Doors
- Deep Purple - Fireball

Il ´68
Il ´68 non è solo l´anno delle rivolte studentesche, che, dagli Stati Uniti, dilagano in Europa, in Francia, in Germania, in Italia, altrove; ma è anche quello del terremoto del Belice; dell´offensiva Tet in Vietnam; degli assassini in America di Martin Luther King e di Bob Kennedy; della Primavera di Praga e dell´invasione della Cecoslovacchia condotta dal Patto di Varsavia; della vittoria dell´Italia di Riva e di Anastasi agli Europei di calcio; dell´enciclica Humanae Vitae di papa Paolo VI; della strage della Piazza delle tre culture e dei pugni chiusi guantati di nero dei velocisti di colore Usa alle Olimpiadi del Messico; dell´elezione di Richard Nixon alla presidenza degli Stati Uniti; dei braccianti uccisi ad Avola. Il ´68 è questo e moltissimi altri eventi che hanno comunque segnato la vita di tutti noi, chi c´era già e chi sarebbe arrivato solo dopo, in un mondo profondamente cambiato. Non a caso, come il Quarantotto del XIX Secolo, il Sessantotto è l´unico anno del XX Secolo a essere divenuto un nome proprio. Adesso il problema e´´: che cosa riuscirà´´ a far capire, questo anniversario con i suoi messaggi, a coloro che non erano nati?

anno di rivoluzione anche in musica.
LONDRA - Il 21 gennaio 1968 uscì negli Stati Uniti una colonna sonora che era più che un semplice commento a un film: era infatti il soundtrack del Laureato, firmato da Simon and Garfunkel, le canzoni che sarebbero diventate leggendarie - Mrs. Robinson, The sound of silence - accanto della vicenda di un personaggio solitario e senza direzione interpretato da Dustin Hoffman che nulla aveva a che vedere con la gioia e lo stare insieme creativo dell´era hippy. Si dice comunemente che l´era della controcultura californiana sarebbe ufficialmente morta l´anno dopo con i festival di Woodstock, che ne avrebbe sancito la deriva commerciale, ma nel 1968 l´orizzonte musicale negli Usa e in Gran Bretagna inizia drasticamente a cambiare, con la maturazione in senso rock di molti artisti, e l´emergere di umori e sonorità che poi avrebbe caratterizzato tutti gli anni Settanta, fino alla deflagrazione del punk. Certo, c´erano ancora i Beatles, che nel 1968 escono con il magnifico The White album (ufficialmente intitolato The Beatles), ma per esempio è il canto del cigno di uno dei gruppi che avevano meglio sintetizzato l´era dei figli dei fiori, i Buffalo Springfield (l´album si chiamava Last time around) di Stephen Stills e Neil Young che poi si sarebbero ritrovati nel supergruppo per eccellenza, Crosby, Stills, Nash and Young, titolare di un mix unico di canzone acustica, rock, e politica.
In quelle stesse settimane uscivano i primi album di artisti come James Taylor, Joni Mitchell - cantautori intimisti che già guardavano oltre l´epoca della Summer of Love - e oltremanica iniziavano a ruggire le chitarre dei Deep Purple. E se il passato non mollava (il dicembre 1968 vide il ritorno trionfale di Elvis Presley grazie a un leggendario show tv sulla Nbc), e alla vetta delle classifiche Usa c´erano ancora Otis Redding con la sua (Sittin´ on) the dock of the bay, e Louis Armstrong con (What a) Wonderful World, il futuro avanzava a grandi passi. Nella classifica britannica spopolavano i Beatles con Hey Jude (il lato B del singolo era Revolution, perfettamente in linea con i tempi), ma anche Jumpin´ Jack Flash dei Rolling Stones, già ambasciatrice di asprezze finora sconosciute. Gli anni Sessanta si chiudono come epoca di ideali solari con atmosfere più cupe, e tormenti che erano stati dimenticati tra reading di poesia, lsd e elucubrazioni psichedeliche. Sono i suoni e le immagini degli emergenti Velvet Underground (l´anno precedente era uscito The Velvet Underground and Nico, uno degli album rock più influenti della storia, che avrebbe segnato gli anni Settanta ed oltre). Bob Dylan abbandona l´icona di bardo di una generazione per darsi alle esplorazioni poetiche e sonore di John Wesley Harding. Gli Steppenwolf escono con un classico immortale, ruvidissimo, e nient´affatto hippy: Born to be wild.
I Doors vanno per la loro strada con Waiting for the Sun. I Led Zeppelin nascono, e iniziano a preparare il loro primo,omonimo album che uscirà a gennaio 1969. Ma il 1968 passa alla storia anche per Hair, il musical che racconta la vicenda di un gruppo di giovani sullo sfondo della contestazione alla guerra in Vietnam (il 15 novembre 1968, in 500.000 marciano su Washington contro il conflitto, la più grande manifestazione pacifista della storia americana, accompagnata dalle canzoni di Arlo Guthrie, Pete Seeger, con l´intero cast di Hair). O per At Folsom Prison di Johnny Cash, che tiene un concerto leggendario cantando storie di assassini e ladri di fronte a una platea di criminali incalliti nell´omonima prigione. Una certa età dell´innocenza, è stato scritto, finì definitivamente con gli assassinii di Martin Luther King e Bob Kennedy. La musica, quella americana in particolare, se ne accorse e iniziò a scivolare da un ´pubblico´ gioioso a un ´privato´ più tormentato. I tempi, come aveva già cantato qualche anno prima Dylan, stavano ancora una volta cambiando.

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schiavo, chi ti salverà se non uno schiavo come te! (B.Brecht)
´68, la notte che nacque la sindrome del Vietnan
(di Alessandra Baldini)
31 gennaio 1968, 3 del mattino: la notte che nacque la Sindrome del Vietnam. Violando la tregua per il nuovo anno lunare, 80 mila guerriglieri Vietcong fanno irruzione in oltre cento citta´ sudvietnamite tra cui Saigon: cadono Hue, Dalat, Kon Tum, Can Tho e Quang Trei. Nella capitale del Sud, l´ambasciata degli Stati Uniti, considerata imprendibile, viene attaccata da un commando di 19 uomini che riescono a occuparla per sei ore. E´ l´inizio della battaglia psicologicamente decisiva della guerra del Vietnam i cui effetti profondi e duraturi sull´opinione pubblica americana - una sindrome del Vietnam collettiva e che perdura per generazioni - continuano a farsi sentire 40 anni dopo.

Per i nord Vietnamiti fu in definitiva un grosso scacco militare, ma una altrettanto grande vittoria politica: due mesi dopo l´attacco, il presidente Lyndon Johnson annunciò la fine dei bombardamenti, a maggio a Parigi fecero i primi passi i negoziati di pace. Poi venne Richard Nixon e per anni non se ne fece di niente, ma in quei giorni l´Offensiva del Tet sollevò per la prima volta a livello di massa interrogativi sulla saggezza e la giustizia dell´intervento in Indocina. Nel lungo periodo, e a prescindere dagli esiti della battaglia, mise a luce un nuovo tipo di consenso: che il prezzo del contenimento del comunismo era troppo alto e non doveva essere pagato. Come corollario, entrò per la prima volta in crisi il principio di una presidenza imperiale, autorizzata a fare la guerra con minime interferenze del Congresso e dell´opinione pubblica. Il Tet ebbe vari epiloghi: sul piano militare il primo arrivò il 25 febbraio, quando, dopo duri combattimenti, venne liberata Hue, un altro un mese più tardi, quando fu tolto l´assedio di Khe Sanh. La fine ufficiale arrivò il primo aprile: l´Esercito americano dichiarò ufficialmente conclusa la controffensiva. Una dichiarazione proclamata all´indomani dell´epilogo politico: l´annuncio che Johnson non si sarebbe candidato per un secondo mandato. In quei due mesi dal 31 gennaio a 31 marzo molte delle immagini essenziali che definiscono la memoria collettiva del Vietnam furono messe a fuoco. Una ha particolare importanza.

Nel secondo giorno del Tet il generale Nguyen Ngoc Loan, giustiziò un guerrigliero vietcong a Saigon e la foto divenne simbolo dei tempi. Accaddero molte cose in quei due mesi: le dimissioni del ministro della difesa Robert McNamara sostituito da Clark Clifford. La vittoria mancata di un soffio del pacifista Eugene McCarthy alle primarie in New Hampshire. L´ingresso nella corsa presidenziale di Robert Kennnedy e Richard Nixon. A fine marzo per la prima volta una maggioranza di americani si pronunciò contro la guerra sullo sfondo delle notizie portate dai tg di ´prime time´ da Saigon, dalle strade di Hue e dai bunker di terra rossa di Khe Sanh. Per la prima volta in una guerra, la televisione dimostrò il suo ruolo cruciale portando sugli schermi di 50 milioni di famiglie cadaveri tra le rovine e il fracasso delle mitragliatrici. Gli americani in patria furono per la prima volta testimoni diretti della carneficina: quattromila soldati caduti, 58 mila morti tra i nemici, 14 mila vittime civili sudvietnamite: uomini, donne, bambini. La campagna era sta preparata minuziosamente dopo uno studio del generale Giap del settembre 1967 secondo cui la guerra era arrivata a uno stallo. I leader Vietcong montarono un´offensiva propagandista per preparare le truppe. L´obiettivo massimo sarebbe stata la cacciata degli americani dal Vietnam, il minimo la fine dei bombardamenti e l´avvio di negoziati. Fu comunque una svolta. Da allora, secondo l´ex segretario di stato Henry Kissinger "a prescindere dall´efficacia della nostra azione, ci rendemmo conto che non potevamo raggiungere i nostri obiettivi in un periodo di tempo e con livelli di truppe accettabili per il popolo americano".

´68, la lunga guerra del Vietnam
La guerra del Vietnam inizia formalmente, secondo gli Stati Uniti, il 5 agosto del 1964, quando l´allora presidente Lyndon B. Johnson notificò al Congresso che navi americane erano state attaccate dal Vietnam del Nord nel golfo del Tonchino.

Gli Usa risposero con forti bombardamenti aerei nel nord del paese asiatico, intensificando gradualmente il loro intervento. In realtà il conflitto trova la sua origine già negli anni ´50: il primo grosso attrito si ebbe nel 1955 quando, in seguito alla guerra di Indocina, venne abolita la monarchia del Vietnam del sud con la proclamazione di una repubblica presidenziale appoggiata dagli Usa. Nel nord, nel frattempo, il generale Ho Chi Minh stabilisce una Repubblica democratica di ispirazione comunista con capitale Hanoi. Nel 1957 inizia la guerra fra l´esercito regolare del Vietnam del sud, sostenuto dagli Usa, e i guerriglieri filocomunisti sudvietnamiti, noti come ´vietcong´, appoggiati dal regime di Ho Chi Minh. E´ il neoeletto presidente democratico John Fitzgerald Kennedy che nel 1961 comincia ad invischiare gli Stati Uniti in Vietnam con l´invio di cento consiglieri militari e 400 soldati delle "special forces", saliti nel 1962 ad 11.000. Nel 1963 Kennedy è assassinato e gli succede Lyndon B. Johnson, che nel 1964 convince il Congresso di Washington a dargli mano libera in Vietnam in una serie progressiva di "escalation" attraverso le quali il numero di militari americani salì fino a 125.000 nel 1965 e oltre 700.000 nel 1968.

Per gli americani l´inizio della fine comincia alla fine di gennaio del 1968 con l´ offensiva del Tet. Le truppe comuniste sferrano attacchi in tutto il Vietnam del Sud e, anche se sono respinte ovunque, ottengono un´enorme vittoria psicologica. Johnson, assediato dalle proteste, sospende i bombardamenti. Gli succede Richard Nixon, che avvia il ritiro delle forze americane ponendo le premesse per l´inizio nel 1970 del "negoziato segreto" parigino tra Henry Kissinger e Le Duc Tho. La pace viene firmata il 27 gennaio 1973, e a marzo le ultime truppe combattenti americane lasciano il Vietnam. Le ostilità tra Nord e Sud, senza più l´ombrello americano, continuano fino al 30 aprile 1975, quando un carro armato norvietnamita sfonda i cancelli del palazzo presidenziale di Saigon (che diventerà Città Ho Chi Minh). Le vittime americane saranno più di 58.000, alle quali vanno aggiunti circa 2.000 "Missing in action". Le vittime vietnamite saranno circa tre milioni


Fonte: gdg

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