Insegna
20-01-2009 - News Generiche
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la foto che ci ha inviato Juri.
Voi, forse, dalla Vostra postazione non ve ne siete accorti, ma l´amico Alberto Benvenuti piange. E´ dall´89 che ha iniziato e ancora non ha smesso. Qui è immortalato con il simbolo che ha occupato permanentemente metà della sua vita, del suo cuore. L´altra metà è occupata da Enrico Berlinguer, dalla sua famiglia, da un´infinità di battaglie, alcune vinte, altre perse, ma sempre sotto la stessa bandiera. Se pensate all´attualità non è facile trovare un simile campione di coerenza, di fede, di valori. E il 10 gennaio 2009, pensate, è toccato proprio a lui smaltire in discarica il simbolo che rappresentò mezza Italia e dunque anche il nostro piccolo paese soprattutto negli anni ´50, ai tempi che di secondo nome portava l´appellativo di "Piccola Leningrado" scritto proprio sotto il segnale di località. Come si vantasse un gemellaggio. Quante battaglie, riunioni tirate fino a tardi, speranze per un mondo migliore, senza guerre, scritte sull´asfalto, manifesti, volantinaggi, manifestazioni per i diritti civili. Sinceramente, a vedere questa bella foto ci siamo sorpresi e commossi come, credo, tutti i vecchi nostalgici comunisti che sotto la bandiera rossa con la falce e martello, con la Resistenza prima e con le manifestazioni per la pace in Vietnam dopo, pensavano di cambiare il mondo. Lasciamo da parte la memoria e guardiamo avanti, il Comunismo è ormai tramontato e Alberto, come noi lo sa. Il futuro è in mano ai giovani. Speriamo che i valori che hanno ispirato Alberto, i nostri valori, li abbiano fatti loro. Questa è la nostra speranza, la speranza di tutti.
La Redazione
Fonte: gdg
Voi, forse, dalla Vostra postazione non ve ne siete accorti, ma l´amico Alberto Benvenuti piange. E´ dall´89 che ha iniziato e ancora non ha smesso. Qui è immortalato con il simbolo che ha occupato permanentemente metà della sua vita, del suo cuore. L´altra metà è occupata da Enrico Berlinguer, dalla sua famiglia, da un´infinità di battaglie, alcune vinte, altre perse, ma sempre sotto la stessa bandiera. Se pensate all´attualità non è facile trovare un simile campione di coerenza, di fede, di valori. E il 10 gennaio 2009, pensate, è toccato proprio a lui smaltire in discarica il simbolo che rappresentò mezza Italia e dunque anche il nostro piccolo paese soprattutto negli anni ´50, ai tempi che di secondo nome portava l´appellativo di "Piccola Leningrado" scritto proprio sotto il segnale di località. Come si vantasse un gemellaggio. Quante battaglie, riunioni tirate fino a tardi, speranze per un mondo migliore, senza guerre, scritte sull´asfalto, manifesti, volantinaggi, manifestazioni per i diritti civili. Sinceramente, a vedere questa bella foto ci siamo sorpresi e commossi come, credo, tutti i vecchi nostalgici comunisti che sotto la bandiera rossa con la falce e martello, con la Resistenza prima e con le manifestazioni per la pace in Vietnam dopo, pensavano di cambiare il mondo. Lasciamo da parte la memoria e guardiamo avanti, il Comunismo è ormai tramontato e Alberto, come noi lo sa. Il futuro è in mano ai giovani. Speriamo che i valori che hanno ispirato Alberto, i nostri valori, li abbiano fatti loro. Questa è la nostra speranza, la speranza di tutti.
La Redazione
Fonte: gdg